Cultura e storia
Potenzialità
Fino al 1990, le zone umide, le foreste, e la spiaggia di Kune erano in una buona condizione: la pesca e la caccia erano rigorosamente controllate, e la foresta era protetta e rigenerata regolarmente dalle imprese forestali. Solo l’area di spiaggia vicino Shëngjin era utilizzata per il turismo. Quest’area, che include boschi e zone umide, è adatta per le attività eco-turistiche. Le zone umide sono molto importanti nella dinamica costiera, come habitat per gli uccelli acquatici svernanti, e come nursery per le numerose specie di pesci commercialmente importanti; per queste ragioni, le paludi di quest’area sono classificate come aree prioritarie per la conservazione delle zone umide. Sono presenti importanti attrazioni culturali come i resti storici dell’antichità (Nympheum e rovine dei periodi Illirico e Romano) e una fortezza medievale a Lezha (vicino alla antica città di Lissus) con la tomba di Skanderbeg (eroe nazionale).
Attuale status di protezione/conservazione
Il Ministero dell’Ambiente, delle foreste e delle risorse idriche, attraverso il Servizio della Direzione Forestale di Lezha, è responsabile per la gestione della zona. L’area era stata designata dal 1940 ed ora ha uno status di Riserva Naturale (insieme con l’area di Vaini- Ceka).
Attività umane
Gli insediamenti umani sono collocati nelle città di Shëngjini e Lezha; la popolazione urbana di Lezha è variabile tra 20.000 e 50.000 abitanti; la densità di popolazione rurale è relativamente elevata (100- 200 abitanti/km2). Shëngjini ha un piccolo porto per la pesca ed è una attiva base militare. La pesca è relativamente importante (soprattutto pesce nella laguna e nel mare, lamellibranchi in mare) e, recentemente, questa industria si è sviluppata. Ci sono tanti edifici illegali, ed è stata costruita una strada costiera dietro la duna. Possono essere trovati sulla spiaggia rifiuti solidi, automobili e bestiame. La caccia eccessiva ha portato, nella riserva di Kune, ad un drastico crollo delle originarie ricche e diversificate colonie di uccelli acquatici. Le limitazioni al numero di cacciatori e la stagionalizzazione della caccia non sono più rispettati e anche le specie protette vengono cacciate. Inoltre, nella zona c’è un carico eccessivo di pascolo causato dalle pecore, dalle mucche e dalle capre, ed è anche riportata la pesca illegale, così come l’uso del dinamite per la pesca.