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L’Italia innalza il suo ponte di amicizia verso l’Albania con la manifestazione velico-culturale “Vele per la cultura”.

Programma di viaggio

Per il secondo anno consecutivo l’Italia innalza il suo ponte di amicizia verso l’Albania con la manifestazione velico-culturale “Vele per la cultura”, inserita nel programma “Il Mare che Unisce”, che ha avuto luogo dal 21 al 23 maggio 2015 con partenza da Gallipoli e arrivo a Valona. L’obiettivo della traversata velica amatoriale, realizzata daAssoNoProfit in collaborazione con Uisp Lecce, è stato quello di contribuire a promuovere la relazione tra i popoli che si affacciano nel Mare Adriatico, attraverso la cultura e la pratica sportiva legata al mare. Un viaggio, in barca a vela, dalla Puglia verso l’Albania in compagnia di un gruppo di scrittori albanesi e il gruppo di musica popolare "Takorasso"  ospiti di una delle tante imbarcazioni che ha preso  parte alla gara velica.

Neanche la tormenta della prima sera della regata ha spaventato i velisti, gli eroi del mare, che continuarono decisi la loro avventura verso le coste albanesi. Verso quelle coste che il programma di Rai Uno "Linea Blu" a ragione chiamò " come ai tempi di Ulisse". Dopo aver esplorato le grotte e le baie nascoste della penisola di Karaburun, i partecipanti si riunirono per l'workshop nel pomeriggio del 23 maggio nella sala del Palazzo della Cultura di Valona  per trattare i temi del turismo, sport, cultura, associazionismo e di accessibilità a tutti. A tal proposito a percorrere le circa 85 miglia fu anche “Rosalmar”, una barca a vela di 13 metri ad uso pedagogico per i diversamente abili, su cui salirono a bordo alcuni ragazzi dell’associazione “Barriere al vento” di Galatina.

In seguito all'evento riportiamo qui anche il bellissimo articolo apparso su uno dei maggiori quotidiani nazionali albanesi TIRANA OBSERVER a firma del bravissimoMiho Gjini, autore di numerosissimi volumi, Presidente della Lega degli Scrittori e Artisti Albanesi in Grecia nonchè Direttore della rivista "Pegasi" di Atene, Grecia, sulla manifestazione "Vele per la Cultura - Il Mare che Unisce", regata velica Gallipoli-Otranto-Leuca-Valona. Si narra delle imprese dei "pionieri del mare" venuti dalla Puglia guidati dal Responsabile dell'Evento Vincenzo Liaci e del nostro piccolo contributo all'accoglienza ed alla scoperta del territorio albanese diretto dalla nostra Florika Rodakaj.

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di Miho Gjini

 

Venti barche a vela partirono da Gallipoli, Santa Maria di Leuca e Otranto nella mattina del 23 maggio per raggiungere la città di Valona.

Dopo una breve pausa per ammirare l’Isola di Saseno, le “ Candide Vele” apparirono sulle onde calme del mare avvicinandosi alla Baia di Valona, come un episodio insolito. Una missione di pace, culturale-sportiva e una performance turistica allo stesso tempo. Lo splendore di questo spettacolo sul mare, meritava una degna ospitalità da parte dei Valonesi, e perché no, anche delle autorità locali (presi dalla febbre delle prossime elezioni).

Eppure nessun rappresentante della cultura, artisti, intellettuali e scrittori locali, nessuno sportivo o appassionato del mare! Solo tre persone si sono presentate nel porto (la Direttrice Generale del Ministero del Turismo e dello Sviluppo Economico e Commerciale, signora Sonia Popa, il moderatore volontario Murat Aruci, interprete di italiano ed io, che ero appena arrivato da Atene per un incontro letterario,  affascinato dalla magia di questa  scena teatrale in natura,  mi ero fermato lì per caso): erano proprio in pochi presenti, per non dire: “una vergogna”.

Meritavano di più questi coraggiosi del mare con le loro barche a vela, sportivi e artisti che portavano da noi solo note di allegria e cordialità, amicizia dalla sponda opposta, portandosi a bordo bambini disabili che sorridevano spensierati, presi dalla voglia di incontrarsi con i loro amici albanesi degli istituti di Valona.

Anche Vincenzo Liaci, organizzatore dell’evento e rappresentante UISP di Lecce, che ha dato il suo contributo volontariamente, non sapeva chi salutare e a chi stringere la mano, come il suo connazionale cameraman alto e simpatico, con un’esperienza venticinquennale a TeleNorba, Dante D’Aurelio, libero professionista, famoso a Roma e Lecce, il quale ha faticato non poco a capire se immortalare o meno con la camera questa desolazione imbarazzante che regnava nel porto di Valona.

La penosa situazione sarebbe presto migliorata con lo sbarco degli attori del mare, con due altri eventi: la conferenza tra le due sponde organizzata nelle sale del Palazzo della Cultura, e di un altro spettacolo, proprio nella piazza della “Pavarsia” (Indipendenza) che ha visto protagonisti i gruppi musicali di Ansamblit Artistik “Çamëria” di  Valona e del gruppo di musica tradizionale “Takorasso”.

Le affettuose parole dell’organizzatore italiano Vincenzo Liaci e della direttrice albanese del Turismo, Sonia Popa, in occasione della seconda edizione della Regata, hanno messo l’accento e ricordato la pacifica amicizia consolidata tra le due sponde in materia di cultura, turismo e sport. Ha arricchito questo incontro anche l’intervento di Luigi Mangia, dell’associazione “Barriere Al Vento”, Francesco Tenti, Presidente di UISP-VELA ed Enrico Maestelli, Presidente Nazionale di “Immersione”. Nostra rappresentante all’evento, Florika Rodakaj, titolare dell’Agenzia Turistica “Albania Viaggi”, con sede a Orikum e Lecce, Pajtim Shpata, presidente di un’associazione di immersioni nella baia di Valona ed io, travolto dall’entusiasmo di questo spettacolo unico che aveva un non so che di magico, uno spettacolo simile a quello degli antichi Anfiteatri. Così, all’improvviso, si è creato un dialogo come tra vecchi amici conosciuti da tempo che “ndanin zemrat” “Aprivano i cuori”  davanti ai bambini disabili.

Tuttavia, lo spettacolo della piazza “Pavarësia” (Indipendenza), quando “si sono accese le luci” davanti al monumento di Ismail Qemali, dai ballerini virtuosi del “Ansamblit Çamëria” e dalla quantità di spettatori unitisi al momento, senza che nessuno li chiamasse, avrebbe creato emozioni così forti tanto che il simpatico cameraman, Dante, ha iniziato a saltellare in mezzo a loro con la camera pronta e con l’incanto di un vero artista, senza farsi sfuggire niente dei movimenti burrascosi di questi ballerini che sembravano fatti di gomma e delle belle ragazze “si të prera me gërshërë” (come fatte a mano),  in quella armonia musicale e di figure coreografiche.  

Tutto d’un tratto, il concerto nella piazza storica, avrebbe preso un significato etico-artistico con il debutto degli artisti italiani del Sud, dove si notava il battito dello stesso sangue e del carattere comune come anche le analogie nel folklore che ci ha tenuto uniti come popoli sin dai tempi antichi, proprio come queste stesse sponde che talvolta fungevano da barriera e altre volte da legame.

Fu questa ingegnosità e questo messaggio, arrivate da queste persone della sponda opposta, a dare vita a tali spettacoli magnifici, come nel mare così anche in terra…

E così, avrebbe avuto inizio il grande buffet, dove dialoghi e cuori s’incrociarono tra calici di vino rosso, il tutto immortalato dalle tante foto scattate per ricordarsi l’uno dell’altro…

E al termine di un caffè in compagnia, lo scenario sembrava peggiorare agli occhi di Vincenzo, nel momento in cui si vide arrivare una persona con una ricevuta fra le mani la quale chiedeva a questo signore-amico di pagare il conto del “Tavolo della Gioia”, addirittura anche il vino da lui bevuto, i ballerini che saltavano davanti a loro, e il caffè, che si stava raffreddando al tavolo…e, e…, avrei preferito non trovarmi lì in quel momento, io, il migrante che venne qui come spettatore e che sarebbe andato via vergognato. …! Ma Murat mi ha poi assicurato, che il giorno dopo, nessun altro avrebbe saputo di questo “ignobile gesto” e che Vincenzo avrebbe separato il gruppo in due direzioni, una parte verso Porto Palermo, questa volta in bus, e l’altra in una passeggiata di gruppo con i bambini con capacità limitate delle due città insieme al gruppo di bambini dell’Orfanotrofio di Valona, per trovare la gioia di quella giornata tra questa buona gente che arrivò dall’altra sponda. 

Scritto da: Miho Gjini

Pubblicato su: TIRANA OBSERVER il 03/06/2015

Tradotto da: Florika Rodakaj

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